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Intervista con Valeria Mancinelli, Sindaco di Ancona
Valeria Mancinelli è nata ad Ancona il 13 marzo 1955. Mancinelli è stata eletta sindaca di Ancona il 11 giugno 2013 e rieletta per il secondo mandato il 25 giugno 2018. È la prima donna ad essere eletta sindaca della città di Ancona. Mancinelli ha vinto il "World Mayor Prize" nel 2018.
Signora Mancinelli, come descriveresti il comune di Ancona in breve?
Ho la fortuna di essere il Sindaco di una città bellissima. Ancona sorge su un promontorio che dà origine ad un golfo nella cui parte più interna si trova il porto naturale. Il promontorio è a forma di gomito (di qui il nome di Ancona, dal greco Ankon) ed è bagnato dal mare, sia ad est che ad ovest. Per questo nella mia città il sole sorge e tramonta sul mare: ed è di una bellezza unica.
La mia città affonda le sue radici in millenni di storia ed ha un patrimonio monumentale che si è stratificato nei secoli. Restano tangibili i segni della città greca, i resti del porto romano, l’arco con cui Traiano celebrò la conquista della Dacia, la presenza di opere del Rinascimento, l’architettura del Vanvitelli: Ancona, come tante città italiane, nella bellezza fonda la sua storia.
Questa è la nostra risorsa principale, oltre che la nostra identità. Storicamente non interessata al turismo, Ancona ha finalmente scoperto questa nuova vocazione: parte dalla bellezza del suo paesaggio e del suo patrimonio, e si estende alle attività, agli eventi, a una filosofia dell’accoglienza che si va costruendo giorno dopo giorno tra le persone.
L'anno scorso ha vinto il titolo “World Mayor Prize”. Più soddisfazione o più responsabilità porta questo prestigioso premio?
Soddisfazione, responsabilità e lo stimolo a fare sempre meglio. Tra le motivazioni della scelta come “Sindaco del mondo” vi è quella di aver contribuito all’espansione della città. Sono convinta che un’Amministrazione ed un Sindaco possono agire direttamente o lavorare in collaborazione con altre istituzioni per mantenere, riqualificare, attrarre, far crescere la città. Ma nulla accadrebbe se una città nel suo insieme non partecipasse, non si mettesse in moto, non camminasse insieme. Questa è la cosa di cui vado più orgogliosa: ciò che è veramente cresciuto in questi anni è il senso di appartenenza e di amore per la propria città, sentire che i cittadini percepiscono quel cambiamento che ognuno nel proprio spazio contribuisce ad alimentare. Questo sta avvenendo e alla mia comunità di questo sono grata.
In luglio Lei ha partecipato in un incontro “Women in Politics” insieme ad altre donne di grande successo a livello europeo. Oggi è più difficile per le donne avere successo rispetto agli uomini?
E’ più difficile ma non piangiamoci addosso, lottiamo e combattiamo per arrivare al potere e per esercitarlo, perché il potere non è qualcosa di negativo e da tenere lontano perché ti inquina, ma se lo usi per cambiare, per realizzare un progetto, per migliorare la tua comunità con iniziative concrete, allora diventa nobile perché incide sulla realtà. L’eroina di Ancona è Stamira, una giovane vedova che grazie al suo eroismo e al suo sacrificio consenti agli abitanti di Ancona di resistere all’assedio delle truppe di Federico Barbarossa. Ed era il 1174...
Lei è Sindaca dal 2013. Come è cambiato il comune per questo periodo?
Quando mi sono insediata la crisi economica, cominciata nel 2008, aveva già spazzato via migliaia di posti di lavoro, anche nel principale bacino produttivo della città, il porto. Vi era una crisi apparentemente irreversibile nei cantieri, zona di sviluppo e di lavoro enorme per l’intera regione. Ci siamo impegnati, soggetti pubblici e privati, lavoratori e istituzioni, per rimettere in moto tutto il sistema: oggi vi è una netta ripresa di questo settore manifatturiero dove si producono yacht bellissimi per tutto il mondo. I cantieri hanno ripreso a lavorare a pieno ritmo, programmano nuovi spazi e nuovi investimenti. Questo è un cambiamento reale, che incide sulla vita delle persone. Poi ci sono le infrastrutture, i servizi, la qualità della vita.
Dall'inizio del suo primo mandato, ha implementato moltissimi progetti. Raccontate per i più significativi. Come li finanziate?
Abbiamo lavorato sulla valorizzazione della bellezza e abbiamo iniziato a disegnare l’Ancona del futuro, e in alcuni casi a metterla già in atto, con la condivisione dei cittadini. È una visione che parla del rapporto della città con il mare, del suo essere da sempre multiculturale e polifonica, della sua capacità di costruire nuove rotte. Questa visione è realtà: grazie ai finanziamenti ottenuti attraverso progetti solidi e credibili, alcuni lavori sono iniziati, altri saranno avviati nei prossimi anni.
Che città vorebbe trovare alla fine del suo mandato?
Vorrei lasciare una città più bella, più giusta, nella quale il valore della solidarietà si sia rafforzato. Una città consapevole delle proprie potenzialità, giustamente orgogliosa, che voglia essere protagonista.
Cosa ne pensa della piattaforma unificata per i comuni europei e il suo principale obiettivo di rendere e mantenere i cittadini europei meglio informati su ciò che sta accadendo nell'Unione europea? Come TheMayor.EU potrebbe essere utile a Lei e ai cittadini di Ancona?
È fondamentale creare reti ed occasioni di approfondimento e di confronto. Le esperienze e le buone pratiche amministrative, se circolano, diventano più forti dove sono state attuate e possono essere sperimentate altrove. Viviamo una fase ricca di stimoli, pensiamo e cerchiamo di attuare progetti innovativi. Con il confronto e la circolazione delle idee migliori si compiono passi in avanti significativi.
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